Pomodoro senza caporalato, equo e solidale

L’industria italiana del pomodoro è finita spesso sotto accusa per le condizioni lavorative riservate ai braccianti. Un aspetto meno conosciuto, invece, è il fatto che essa produca anche le condizioni che spingono i migranti a lasciare i loro paesi, in quanto l’esportazione di pomodori italiani compete aggressivamente con i prodotti del mercato del pomodoro subsahariano, riducendo in povertà i contadini locali. Un modo per combattere questi fenomeni è l’acquisto di pomodori, sughi e concentrati da filiere controllate o da marchi equosolidali.

Azione
realizzata
1 volte
Condividi l'azione

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Per maggiori informazioni clicca qui.

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi